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Cani al volante


dogdriving
Non si tratta di pessimi guidatori ma di veri e propri quattro zampe che una charity neozalendese, la Society for the Prevention of Cruelty to Animals (SPCA) di Auckland, sta addestrando a guidare un’automobile. Sono tutti cani abbandonati e l’intento dell’SPCA è quello di dimostrare le capacità degli animali e far comprendere ai potenziali nuovi padroni la possibilità di insegnare “nuovi trucchi” ad animali già adulti.
video su Youtube



Un team di designer di San Diego ha creato una curiosa macchina monoposto a forma di uovo che promette alle persone che vivono nelle metropoli ad alto traffico di evitare interminabili code. La macchina, finalista alla Sierra Nevada Innovation Challenge, è elettrica e verrà messa in vendita negli Usa a 5.000 dollari.



La showgirl è la protagonista di un breve video nel quale simula la sofferenza di un cane lasciato in auto durante una calda giornata estiva. Lo spot, realizzato per conto di Peta, si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che un animale lasciato in auto può morire in pochi minuti.

La pillola anti-sbronza



Arriva dagli Stati Uniti dove i ricercatori della Yale University hanno avviato la sperimentazione di un farmaco chiamato iomazenil su volontari con un’età compresa tra i 21 e i 35 anni. L’obiettivo è quello di mettere a punto ua medicina in grado di annullare alcuni degli effetti più dannosi dell’alcol. Nel corso della ricerca i volontari, dopo avere assunto lo iomazenil, potranno bere a volontà e infine si sottoporranno a un test di guida al simulatore. Gli scienziati americani sostengono che il farmaco potrebbe essere in grado di bloccare l’azione dell’alcol sul sistema nervoso centrale (di fatto “spegnendo” quei recettori cerebrali sensibili all’alcol), riducendo contemporaneamente i rischi per il fegato e per gli altri organi interni. “L’abuso di alcol è molto diffuso – ha sostenuto Deepak D’Souza, psichiatra della Yale University coinvolto nello studio – ma al momento non esiste alcun rimedio per l’intossicazione. Questo progetto è incentrato sullo iomazenil e sulla sua azione in casi di intossicazione alcolica oltre che sul tentativo di ridurre gli effetti dell’alcol sui guidatori”. Infine il farmaco messo a punto nei laboratori statunitensi potrebbe venire usato per combattere l’alcolismo cronico. Il futuro immaginato dagli studiosi di Yale è quindi quello fatto di persone che bevono, e pure molto, ma che al momento di tornare a casa buttano giù una pillolina, si mettono in macchina e guidano come se l’unica cosa scesa nella loro gola fosse stata l’acqua. Nel frattempo, un’altra ricerca inglese ha usato il naloxone (da tempo utilizzato per contrastare le overdose di eroina) per annientare le sbronze; la sostanza funziona sui topi, ma deve venir assunta in anticipo e cancella qualunque sensazione legata all’alcol. In Gran Bretagna, dove il problema dell’alcolismo è molto sentito, sono svariati gli istituti scientifici che rivolgono la loro attenzione al problema. Al momento, uno dei risultati più perseguiti è quello di creare un farmaco, rigorosamente liquido, che riproduca l’effetto dell’alcol nei suoi aspetti più piacevoli ma senza mai condurre all’ubriacatura, abbinandolo a un antidoto che ne elimina gli effetti istantaneamente. Le critiche mosse a questa opzione sono state parecchie e molte di queste hanno indicato nel fatto che non vi sia comunque la possibilità di fermare l’assunzione di finto alcol, una persona può liberamente berne oltre il limite consentito, e che non esista la certezza che dopo essersi intossicati (o ubriacati che dir si voglia) ci si ricordi di prendere l’antidoto, prima di salire in macchina.



Se mentre ci troviamo al volante della nostra automobile veniamo presi da un certo languorino e decidiamo di continuare a guidare, addentando uno snack o un panino, i nostri tempi di reazione diminuiscono del 44 per cento. E’ questa la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori della University of Leeds che aggiungono che anche solo bere qualcosa rallenta la capacità di reagire a un imprevisto del 22 per cento. Mentre un altro studio del Transport Research Laboratory sostiene che mandare messaggi col cellulare allunghi i tempi di reazione del 37.4 per cento (una chiamata del 26.5 per cento) e l’uso di bevande alcoliche nei limiti consentiti dalla legge del 12.5 per cento.



La novantatreenne americana Rachel Veitch ha percorso 927 mila chilometri alla guida della sua Mercury Comet Caliente acquistata nel febbraio del 1964. Ora la donna (4 figli, nove nipoti e undici pronipoti), affetta da cecità, è costretta a vendere la sua vettura, poichè ritiene che i suoi parenti non presterebbero le necessarie attenzioni dell’amato veicolo.



Molti hanno salutato la decisione di re Abdullah di concedere il voto alle donne nel 2015 come un’apertura alla democrazia e un riconoscimento da parte del governo saudita dell’importanza delle donne in una società che comunque vieta loro di lavorare e guidare un automobile. Evidentemente la strada dell’emancipazione femminile in Arabia è ancora molto lunga se è vero come è vero che una donna identificata con il solo nome (Shema) dopo essere stata fermata nel luglio scorso alla guida di un auto nella città di Jeddah è ora stata condannata a subire dieci frustate. Women2Drive, un’associazione che si batte in favore del diritto delle donne a guidare un automobile, è gia ricorsa in appello nella speranza di evitare a Shema la medioevale punizione.



Il servizio sanitario dello stato indiano del Rajasthan ha lanciato una campagna per tentare di porre un freno alla crescita demografica offrendo premi a chi si sottoporrà a un intervento di sterilizzazione. Tra i compensi previsti vi sono elettrodomestici, televisori, motociclette e persino macchine (la Tata Nano, considerata l’automobile meno costosa del mondo).



Il prototipo sviluppato dagli ingegneri della Freie Universität di Berlino è’ soltanto un passo indietro rispetto agli avveniristici progetti di DARPA e Google (mettere a punto delle auto in grado di guidarsi da sole). Gli scienziati tedeschi, guidati da Raul Rojas, sono riusciti a produrre un modello di Volkswagen Passat semi-autonoma che, in alcune sue funzioni, può essere controllata dai guidatori attraverso il semplice pensiero. L’auto, battezzata dai suoi creatori (con poca fantasia) MadeInGermany, è dotata di un sistema di radar (laser e a microonde) e di videocamere stereo che le consentono di avere una visione a 360 gradi e di rilevare la presenza di un altro veicolo già a 200 metri di distanza. Ma la vera innovazione è il controllo “mentale” in grado di fare sterzare l’auto ed eventualmente cambiare direzione: per metterlo alla prova il team di ingegneri ha assoldato un volontario al quale è stato fatta indossare una cuffia, prodotta in serie, che contiene 16 sensori elettro-encefalografici. Questo sistema, creato dalla Emotiv di San Francisco, costa 300 dollari e viene venduto con un kit di sviluppo software che consente agli utenti di allenarlo a riconoscere le loro specifiche indicazioni mentali. Attualmente trovano un’applicazione pratica nel consentire il movimento di arti bionici, nel permettere ai paraplegici di guidare le loro sedie a rotelle e persino di gestire un iPad. I test sulla macchina si sono svolti nell’aereoporto abbandonato di Berlino-Templehof e sul sito dedicato all’evento si può leggere il commento espresso dai ricercatori dell’università tedesca: “Le nostre prove hanno dimostrato che c’è soltanto un breve ritardo tra il comando e la sua esecuzione. Questa vettura è soltanto un esperimento e non è certo fatta per andare sulle strade. Ma per il futuro crediamo che l’interfaccia uomo/macchina abbia un enorme potenziale soprattuto se combinato con vetture che si guidano autonomamente”.